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LE MURA DI FIRENZE

Epoca del monumento: dal XI al XVI secolo

Supervisione: Soprintendenza di Firenze

Luogo: centro storico di Firenze

Anno del restauro: 2018 al 2020

Categoria dei lavori: OG2

Committente: comune di Firenze

Lavori eseguiti: monitoraggio, manutenzione e pulitura, consolidamento e restauro lapideo delle mura, torri e fortificazioni della città.

◆ Descrizione:

A Firenze le mura di fortificazione sono state conservate in modo frammentario, ma hanno ancora un significato eccezionale. Nel corso dei secoli, le mura hanno giocato un ruolo importante nella vita della città-stato, da un lato per proteggerne l’indipendenza, dall’altro, ogni nuova cintura difensiva testimoniava la crescita della città, la sua ricchezza e il suo potere. Per la prima volta, le mura della città apparvero in epoca romana e poi ogni nuova fase dell’esistenza della Repubblica Fiorentina fu segnata da una nuova cinta fortificata, che fu costruita in seguito all’espansione della città. Le mura cominciarono ad essere distrutte in breve tempo nello stato di Firenze (1865-1871) secondo il piano generale di Giuseppe Poggi, finalizzato all’ammodernamento della città. Le mura fiorentine, tuttavia, hanno visto tra i loro progettisti importanti maestri – Arnolfo di Cambio nel XIV secolo, Antonio da Sangallo il Giovane e Michelangelo durante il Rinascimento – che è stato uno dei motivi per la conservazione dei loro frammenti. Le mura e le fortificazioni sopravvissute fino ad oggi hanno recentemente cercato di includere attivamente le infrastrutture e la vita culturale della città. Lungo le antiche mura vengono costruite moderne linee tranviarie, in modo che i frammenti rimanenti siano inseriti nello scenario del traffico urbano come importante elemento estetico e diventino in un certo senso simbolo della modernizzazione della città.
Firenze è stata una delle prime città in Europa ad introdurre il monitoraggio del patrimonio architettonico, che permette di monitorare lo stato dei monumenti, di applicare misure preventive in modo tempestivo, senza che ciò comporti la necessità di importanti interventi di restauro. La pluriennale esperienza di restauro e conservazione dei beni architettonici ha plasmato il particolare approccio di Sansone allo studio dei monumenti e della loro condizione, cosa che ha permesso all’azienda di diventare vincitrice della gara d’appalto del Comune di Firenze per lo studio e il monitoraggio dei monumenti di architettura della città.

◆ Stato di conservazione:

INTERVENTI DI MONITORAGGIO

I tratti di mura, le porte cittadine e le torri su cui è stato svolto il lavoro di ispezione e monitoraggio, costituiscono ciò che rimane della cerchia muraria fiorentina la quale, dopo aver subito numerose modifiche e stratificazioni, venne quasi interamente demolita nella metà dell’800 in vista dell’edificazione dei viali di circonvallazione.

Le attività di monitoraggio e manutenzione di tali elementi architettonici consistono nell’analizzare lo stato di conservazione dei manufatti; eseguire operazioni di primaria manutenzione come la rimozione della vegetazione infestante, la pulitura di canali di scolo ostruiti, la sostituzione di serramenti inefficienti, etc. ; segnalare situazioni di degrado in stato di avanzamento prima che possano rappresentare un pericolo, intervenire sugli elementi pericolanti mediante operazioni di messa in sicurezza.

I lavori di ricerca sulle mura cittadine hanno incluso le seguenti fasi:

  • Fase preliminare: descrizione del monumento, contesto storico, comprensione della sua origine e della sua esistenza nello sviluppo urbano, identificazione di precedenti restauri.
  • Mappatura e ricognizione dell’oggetto: documentazione fotografica anche tramite piattaforma aerea, valutazione dello stato di conservazione, delle cause di degrado e catalogazione degli interventi necessari.
  • Interventi di restauro: di rimozione della vegetazione infestante e conseguente ripristino della muratura, sigillatura di fessurazioni tramite infiltrazioni di malta di calce, riadesione degli elementi in fase di distacco, eventuale sostituzione o riparazione degli elementi inefficienti, pulitura dei canali di scolo, documentazione fotografica prima, durante e dopo l’esecuzione dell’intervento. Rimozione e catalogazione grafica e fotografica di grandi porzioni di materiale lapideo in fase di distacco (ove presenti) per poi sottoporle, in una fase successiva, ad operazioni di pulitura e riadesione al supporto murario tramite staffe o perni.
  • Redazione scheda di monitoraggio: compilazione di una scheda in cui vengono inseriti la descrizione dello stato di fatto, dei degradi riscontrati e delle loro cause; questionari di verifica sulle condizioni del manufatto; report degli interventi effettuati; conclusioni e proposte per interventi successivi, il tutto corredato della documentazione grafica e fotografica raccolta in fase di ispezione.

Il monitoraggio dei monumenti architettonici, tra i quali le fortificazioni, come già detto, occupano un posto speciale per la loro specificità funzionale e storica, aiuta a prevenire la necessità di seri lavori di restauro e mantiene un aspetto estetico soddisfacente dei monumenti.
Tale approccio permette di vedere i problemi di conservazione e restauro dell’oggetto in modo complesso, e determina anche la direzione della sua valorizzazione nelle infrastrutture della città moderna, itinerari turistici e di svago, come elementi integranti dell’estetica dell’ambiente urbano e del suo valore storico.

◆PORTA SAN NICCOLO' – restauro dell'edicola

L’edicola oggetto del restauro si trova sul lato esterno della Porta, anche conosciuta come Torre San Niccolò, che all’epoca della realizzazione (è stata edificata nel 1324) guardava verso la campagna. In totale le edicole sono due e probabilmente sorreggevano le state di due leoni. Entrambe sono state realizzate in pietra arenaria sedimentaria, mentre le superfici piane sono protette da una spessa lastra in piombo, fermato alla superficie lapidea con del silicone in pasta.
Sulla superficie lapidea si rilevava un sottile stato di sporco. Erano evidenti fessurazioni e fratture sulla materia che ad una prima saggiatura manuale si rilevavano pericolanti ed in fase di distacco. Alcune fessurazioni circoscrivevano profondi vuoti tra livelli diversi della materia, provocando un effetto tasca che accoglieva infiltrazioni di acqua nel corso delle stagioni con effetti disgreganti di gelo e disgelo.

◆FORTE BELVEDERE – restauro del paramento murario

Costruita alla fine del XVI secolo da Bernardo Buontalenti, la Fortezza del Belvedere è un monumento di importanza nazionale dal 1901, aperta al pubblico dal 1957 e attira i turisti grazie alla vista panoramica che si gode dai suoi bastioni. Nel 2000-2004 il monumento è stato adeguato ai requisiti delle norme di sicurezza. Oggi, gli spazi della fortezza sono utilizzati per mostre d’arte contemporanea come luogo di svago.

Le mura esterne ed interne della fortezza sono state analizzate per individuare i danni e le aree da conservare e restaurare. Lo studio ha individuato aree fatiscenti, frammenti con integrità muraria disturbata che portano alla penetrazione dell’umidità e alla crescita del muschio, piante che distruggono il muro, così come ampie aree di separazione delle pietre. Aree di pavimentazione danneggiate sono state notate agli incroci interni.

◆MURA DI VERZAIA – restauro e messa in sicurezza

La superficie muraria si presentava di colore bruno per le numerose e diffuse colonie di muschi e licheni. La malta presente tra le connettiture della muratura a pietrame, di cui è composto il muro, era andato perduto in numerose zone, lasciando spazio alla crescita di piccoli arbusti, principalmente piante di capperi. La presenza della vegetazione provocava inevitabilmente una maggiore infiltrazione di acqua meteorica e il dissesto delle pietre stesse di cui è composto la parete. Alcune parti completamente distaccati dalla malta sono stati rilevati sulla parte superiore, all’altezza dei merli e del camminamento. Altre parti architettoniche più aggettanti presentavano un maggiore degrado causato dalla percolazione localizzata dell’acqua meteorica.

◆ Intervento di restauro:

PORTA SAN
NICCOLO'

Restauro dell'edicola

L’intervento si è posto come obbiettivo soprattutto il consolidamento della materia lapidea sollevata e pericolante per garantire inoltre l’arresto del processo disgregativo.

Le operazioni di restauro eseguite possono essere cronologicamente così suddivise:

  • Spolveratura della superficie con spazzole morbide,
  • Pulitura della superficie con acqua deionizzata per rimuovere lo sporco incoerente
  • Fermatura localizzata con micro-palificazioni di perni in vetroresina, inseriti nello spessore della materia lapidea dove presentava una maggiore decoesione con la struttura più interna.
  • Iniezione della resina epossidica fluida, nelle fratture, previo lavaggio dei vuoti con alcool e chiusura delle vie di fuga per la resina.
  • Stuccatura delle fessurazioni e dei fori d’inserimento dei perni con malta (calce e sabbia e pietra macinata) della stessa cromia della pietra originale.
  • Consolidamento con trattamento di silicato di etile.
  • Documentazione fotografica prima , durante e dopo il restauro

FORTE BELVEDERE

Restauro del paramento murario

Propedeutico al restauro vero e proprio è stato un attento processo di diserbo, trattamento biocida, pre-consolidamento, idropulitura e in generale tutte le lavorazioni di preparazione per la riadesione delle parti in esfoliate e fratturate. In particolare si è provveduto alla rimozione delle stuccature a cemento posticce, in gran parte in fase di distacco. In seguito il restauro ha attraversato le seguenti fasi:

  • Rimozione delle porzioni già staccate delle preesistenti ricostruzioni degli elementi modellati, evitando di forzare lo stacco nelle parti più aderenti, non rimuovendo quindi le ricostruzioni in buono stato.
  • Completamento della riadesione delle parti lapidee in fase di distacco dei “cantonali” mediante iniezioni e consolidamento finale con silicato di etile laddove necessario.
  • Integrazione della stuccatura dei giunti rimasti “scarsi” con malta di calce simile all’originaria per granulometria e colore.
  • Stuccatura degli elementi modellati, delle “creste” di leggere scagliature delle pietre del paramento lapideo in pietra forte e reintegro delle stuccature del paramento a mattoni del parapetto con malta di calce simile all’esistente per granulometria e cromia.
  • Accurata pulizia della parte interna del parapetto in mattoni, con particolare attenzione all’intersezione con il lastricato a terra e sigillatura con malta di calce uguale a quella impiegata per le stuccature (di cui al punto precedente) per evitare infiltrazioni abbondanti all’interno della muratura;
  • Pulitura del paramento dai residui di stuccatura;
  • Trattamento protettivo finale

MURA DI
VERZAIA

Restauro e messa in sicurezza

L’intervento di consolidamento è stato necessario al fine di fermare uno stato di avanzamento che nel corso di breve tempo avrebbe potuto portare a cadute e perdita del materiale lapideo di cui è composta la muratura. L’intervento si prefigge quindi di riportare la superficie muraria ad una sua integrità strutturale anche grazie alla pulitura e la disinfestazione degli attacchi biologici; ridurre il più possibile la presenza di cavità che potrebbero accogliere nuovamente la crescita di piante infestanti; evitare che l’effetto gelo/disgelo delle lesioni o parti mancanti possa portare ad un rapido degrado della superficie lapidea.

Le operazioni eseguite possono essere così elencate:

  • Rimozione manuale delle piante infestanti e arbusti ancorate nelle fessurazioni tra pietre della muratura.
  • Applicazione di biocida, risciacquo e pulitura con acqua a bassa pressione con acqua deionizzata.
  • Consolidamento delle superfici aggettanti che presentano un diffuso disgregamento della materia con applicazione di silicato d’etile.
  • Riadesione delle pietre che presentavano distacchi dal nucleo sano, per mezzo di collante epossidico bicomponente.
  • Stuccatura/integrazione delle connettiture tra le pietre ove completamente mancanti o ammalorate. Con particolare attenzione alle connettiture che si presentano più soggette al passaggio di acque meteoriche con malta realizzata con calce e sabbia lavata della stessa granulometria di quella originale.